Il mistero di Orione e le piramidi di Giza

Che cos’hanno in comune il cielo notturno e l’Antico Egitto? Sembrano tanto diversi tra di loro, ed invece vi è una teoria che accumuna la magia e il mistero che posseggono entrambi: la “teoria della correlazione di Orione”. Pare infatti che la costellazione di Orione sia perfettamente allineata con le piramidi di Giza.

La seguente tesi afferma che esisterebbe una perfetta corrispondenza spaziale tra le piramidi di Giza (Cheope, o Grande Piramide, Chefren, Micerino) e le stelle Delta, Epsilon e Zeta Orions, collegando direttamente architettura ed astronomia.

Prima di tutto, cos’era Orione per gli antichi egizi? Era una parte del cielo nel quale vi era il passaggio per la “Duat“, il loro aldilà. Era identificata con gli occhi di Osiride, il Dio dell’oltretomba, alcuni scritti difatti recitano “(…) vivi e sii giovane di fianco a tuo padre (Osiride), di fianco ad Orione nel cielo“. Per raggiungere Orione bisognava attraversare la Via Lattea, che per gli egizi era una via d’acqua. (Curiosità, la stessa idea di Orione l’avevano gli indiani e i maya).

Curiosità: la prima civiltà che ha rappresentato un cielo notturno è proprio quella egizia. Il sarcofago sul quale è dipinto risale intorno al XVI, appartenente a Senenmut, un sacerdote del Dio Amon.

Ovviamente gli egizi conoscevano molto bene le stelle, anzi, era presente in gran parte della loro vita. Osservando il cielo prevedevano calamità naturali, avevano un loro calendario lunare con il quale seminavano. E soprattutto l’astronomia per il popolo del Nilo è chiave fondamentale nella religione.

Il lento spostamento del Sole e della Luna, osservato con timore e rispetto, portò all’idea che il Sole e la Luna fossero due esseri viventi. Confermato dal comportamento di alcune stelle che periodicamente sparivano per poi tornare in base alle stagioni. Sirio, per esempio, la stella più luminosa, era vista come un modo degli dei per comunicare con gli uomini. Veniva considerata un “sole dietro al sole”, così era spiegata tutta la sua luminosità rispetto alle altre stelle.

Molti degli elementi astronomici erano stati personificati, per esempio Ra, il Dio del Sole, Bastet, Dea della Luna, Nut, Dio della notte. Anche le costellazioni venivano antropomorfizzate. Così come nello stesso complesso di Giza, la Sfinge, altrettanta figura misteriosa, la sua costruzione è spesso associata ad una rappresentazione della costellazione del Leone.

La Sfinge, secondo gli egittologi, appartiene all’Antico Regno, molto probabilmente al faraone Chefren della IV dinastia egizia che la costruì intorno al 2500 a.C.
Costellazione del Leone

Per esaltare ancor di più il genio egizio, e quanto fossero legati al cielo, la facciata delle piramidi in cui si trovava la tomba del faraone era orientata in modo che questo potesse essere sempre illuminato dalla stella polare. Inoltre anche i due sfiatatoi presenti all’interno delle piramidi erano posizionati verso nord e sud. In modo tale da puntare verso la costellazione di Orione e quella del dragone.

Così resta da chiedersi, la teoria della correlazione di Orione è una totale casualità, oppure un eccellente e accurato studio astronomico prima della costruzione delle piramidi? Forse realmente un contatto con Osiride? Nessuno ne è conoscenza, e rimarrà uno dei misteri che rendono magico l’Antico Egitto.